Le Comunità Museali. Nuove interpretazioni (Parte II).

Martedì 10 settembre, con un lodevole anticipo sul tradizionale incontro di apertura dell’anno sociale presso un’antica villa del territorio veronese, l’Associazione degli Amici dei Civici Musei di Verona ha chiamato i suoi soci ed altri qualificati appassionati d’arte, presso la Sala Galtarossa del Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle, dove era stato organizzato un incontro dibattito dal titolo accattivante e molto attuale “Le Comunità Museali. Nuove interpretazioni”. Una indicazione che racchiude e sintetizza le motivazioni per cui in oltre mezzo secolo di attività  si siano via via trasformate le gloriose Associazioni degli Amici dei Musei.

Dopo un saluto della Direttrice dei Civici Musei di Verona Francesca Rossi, hanno preso la parola i relatori prof.ssa Paola Lanaro di Ca’ Foscari, la dott.ssa Anna Gussoni, giovane laureata con una tesi sul tema in discussione, l’arch. Giulio Avon, professionista e già presidente della Associazione degli Amici del Museo Guggenheim di Venezia, il nostro socio dott. Pietro Giovanni Trincanatoresponsabile del Gruppo Giovani dell’Associazione veronese ed il presidente della stessa dott. Francesco Monicelli. Pur trattandosi di relatori specialistici e di alto livello culturale, tutti si sono adoperati per mettere al meglio in risalto le peculiarità ed i nobili scopi per i quali hanno operato fino ad oggi le Associazioni degli Amici dei Musei italiani, come del resto quelle di tutto il mondo.

Come ha ben rimarcato la prof.ssa Lanaro, le Associazioni degli Amici partecipano ormai di diritto alle Organizzazioni Museali, mentre l’arch. Avon ha sottolineato le differenze non solo formali che contraddistinguono le associazioni di stampo americano, con una impronta molto famigliare ed avvolgente ( tipo quella da lui presieduta, sia pur a Venezia, ma decisamente USA) da quelle di formazione europea. Dal dibattito è emersa la necessità che vengano evitate interpretazioni estemporanee nella conduzione dei musei, ma che prosegua invece la collaborazione con gli Amici, per far sempre meglio conoscere le realtà museali a strati di popolazione che potenzialmente sarebbero interessate, ma che hanno poca o punto conoscenza della loro esistenza. Durante il dibattito è stata ben illustrata la trasformazione delle Associazioni, che da piccoli club di facoltosi mecenati si sono allargate ad una più vasta cerchia di appassionati.

Particolarmente interessante la relazione di Pietro Giovanni Trincanato che ha posto l’attenzione sul Gruppo Giovani dell’Associazione di Verona di cui è responsabile. Anche se per la giovane età i soci non hanno ancora molte opportunità tangibili da offrire, la assidua partecipazione del loro gruppo, con iniziative belle e originali che cercano di coinvolgere altri giovani e giovanissimi allo splendido mondo dell’arte, sta creando un ponte ideale tra loro e le generazioni dei seniores.

Il Gruppo Giovani ha ben compreso che la formazione scolastica italiana punta oggi su obiettivi di cultura collettiva, trascurando quel tipo di cultura specifica, come lo è appunto la Storia dell’arte. L’auspicio è pertanto quello di creare nei musei spazi idonei ad ospitare iniziative diversificate che si leghino alle opere contemporanee, e che fungano da calamita per i giovani, sperando che restino coinvolti in maniera più avvolgente dalla “Bellezza Assoluta” che sprigiona l’Arte di ogni tempo.

Il presidente degli Amici di Verona, Francesco Monicelli, nella sua lunga ed esauriente esposizione ha sposato la tesi di Trincanato, come ideale transfert per le generazioni future. Prendendo spunto da quanto già illustrato dagli altri relatori il presidente rimarca come ogni Associazione di Amici si ispiri al Museo che ha adottato. Così i vari musei Guggenheim, da quello di New York alle figliazioni europee ed asiatiche dedicati all’Arte Contemporanea, hanno Associazioni di Amici che si rivolgono a quel particolare settore artistico. L’Associazione di Verona nata all’ombra di un Castelvecchio rinnovato da Carlo Scarpa potrebbe essere ricordata, almeno per i primi anni della sua vita come” L’Associazione degli Amici di Scarpa di Castelvecchio”. La maturazione e l’evoluzione dei tempi ci ha portati alla attuale denominazione di “Associazione Amici dei Musei civici di  Verona”. Una definizione appagante che ci impone di lavorare duramente per tutte le realtà museali civiche della città, e non solo quelle legate alle Arti. Sarà un compito difficile ed insidioso. Insidioso perché la tendenza ovvia di chi presiede un gruppo di persone associate è quello di fare una selezione per far emergere i migliori. Una scelta pericolosa che può portare ad una rapida auto- estinzione.

Al contrario un allargamento della base sociale permette di evidenziare più facilmente nuove forze fresche e motivate, aumentando nel contempo il prestigio dell’Associazione stessa. Il presidente Monicelli ha concluso il suo intervento ricordando un aforisma su chi visita da turista una città occidentale.                                                                                                                     Le quattro massime da osservare sono:

  • Girare la città a piedi
  • Visitare la Cattedrale
  • Visitare il Teatro
  • Visitare il Museo

Verona ha tutte le carte in regola per entrare nel novero delle Città storiche dell’Occidente di massimo prestigio.                                                                                                                                                                       E gli Amici dei Civici Musei saranno sempre in prima linea per rendere la visita a Verona indimenticabile.

                                                                                                                             Giuseppe  Perotti


Le Comunità Museali. Nuove Interpretazioni (Parte I).

Martedì 10 settembre, alle ore 17 presso il Museo degli Affreschi G.B. Cavalcaselle, si terrà l’incontro-dibattito “Le Comunità Museali – Nuove Interpretazioni”.

Questo appuntamento, promosso dalla nostra Associazione in collaborazione con i Musei Civici di Verona, mira a portare la riflessione sul modo in cui le Associazioni Museali contribuiscono alla vita dei Musei e delle istituzioni culturali.

Dopo i saluti della direttrice dei Civici Musei di Verona Francesca Rossi, interverranno Paola Lanaro, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, Anna Gussoni, laureata della stessa università autrice di una tesi incentrata sulle associazioni museali, Giulio Avon, dello Studio architetti Avon di Udine, Pietro Giovanni Trincanato, responsabile del Gruppo Giovani Amici dei Civici Musei di Verona, e Francesco Monicelli, Presidente Amici dei Civici Musei di Verona.

Siete tutti invitati a partecipare.

Scarica l’invito all’incontro.

 


Visita al ghetto e alla sinagoga di Verona – 28 aprile

Una visita gratuita organizzata dal Gruppo Giovani degli Amici dei Musei Civici in collaborazione con la Comunità Ebraica di Verona.

Dopo il successo dell’uscita dedicata alla Verona del Ventennio, gli Amici offrono ai veronesi un’altra passeggiata alla scoperta di una pagina importante della storia cittadina. Grazie alla disponibilità della Comunità Ebraica di Verona, domenica 28 aprile visiteremo il ghetto ebraico e la sinagoga di Verona.

Sarà l’occasione per conoscere la storia secolare della presenza ebraica in città e di tornare a riflettere sugli anni bui del Ventennio fascista, dagli sventramenti del ghetto storico fino alla tragedia delle persecuzioni razziali.

La visita, gratuita e aperta a tutti, inizierà alle 10.30 da via Mazzini 18 (di fronte a Zara, ex Banca Nazionale del Lavoro) e sarà guidata dai membri del Gruppo Giovani dell’Associazione.

È possibile iscriversi su Eventbrite.

Per informazioni scrivere a giovani@amicideimuseidiverona.it


I Luoghi del Ventennio – 27 gennaio 2019

In occasione della Giornata della Memoria, il Gruppo Giovani degli Amici dei Musei Civici organizza una visita itinerante per rintracciare i luoghi più significativi della città negli anni del regime fascista e della Seconda guerra mondiale.

L’iniziativa è collegata alla mostra fotografica “I Luoghi del Ventennio“, promossa dall’Associazione culturale Magazzino Verona in collaborazione con la Comunità Ebraica di Verona, che si terrà dal 22 al 29 gennaio 2019 presso la Società Letteraria di Verona, dove verrà presentata mercoledì 23 gennaio alle ore 18.00.

L’itinerario guidato consentirà di conoscere la storia spesso nascosta o dimenticata di angoli, luoghi ed edifici che i veronesi frequentano quotidianamente ignorando il ruolo che essi ebbero nel passato e le vicende, spesso legate all’orrore delle deportazioni, che li videro protagonisti.

La visita guidata gratuita, aperta a tutta la cittadinanza, partirà alle ore 15 dalla Società Letteraria (piazzetta Scalette Rubiani 1).


Assemblea dei Soci 2018

Care Amiche, cari Amici,
come ogni anno, è giunto il momento di chiudere la stagione degli Amici prima della pausa estiva con l’Assemblea dei Soci.

Quest’anno ci incontreremo venerdì 8 giugno in una sede per noi nuova, palazzo Pompei, sede del Museo Civico di Storia Naturale.
La scelta non è casuale, perché Palazzo Pompei rappresenta storicamente la prima sede dei Civici Musei Veronesi e, nel quadro di valorizzazione delle realtà museali cittadine, risulta al primo posto nell’ambito del programma perseguito dalla nuova direzione del sistema museale veronese, in accordo con l’amministrazione comunale.

Sarà un’occasione per conoscere le attività della nostra Associazione nell’anno appena trascorso, per scoprire i nuovi progetti che abbiamo in cantiere, fra cui una ripresa delle attività del Gruppo Giovani nel periodo estivo, e per fare insieme un aperitivo, come sempre organizzato dai Giovani Amici.

Vi aspettiamo numerosi!

Egregio Socio, Gentile Socia,

ai sensi dell’articolo 17 del vigente statuto è convocata la

 ASSEMBLEA ANNUALE DEGLI AMICI DEI CIVICI MUSEI D’ARTE DI VERONA

venerdì 8 giugno 2018

alle ore 8 in prima convocazione  e alle ore 18 in seconda convocazione, presso la sala conferenze del Museo di Storia Naturale.

L’Assemblea è fissata per discutere e deliberare sul seguente Ordine del Giorno:

  1. Relazione del Presidente Francesco Monicelli con interventi della Vicepresidente Isa di Canossa e del Consigliere Pietro Trincanato.
  2. Relazione del Tesoriere sui bilanci consuntivo 2017 e preventivo 2018 – Franco Sartori.
  3. Relazione del Collegio dei Revisori – Presidente Revisori Giorgio Bittante.
  4. Discussione e votazione sui bilanci.
  5. Varie ed eventuali.

A conclusione dell’assemblea seguirà un aperitivo con brindisi nel cortile del Museo.

Vi aspettiamo numerosi. Un cordialissimo saluto.

Il Presidente
Francesco Monicelli

 


A spasso con il nonno per la Toscana

Ho accettato volentieri di fare un tour automobilistico per la Toscana con il nonno perché avrei avuto l’opportunità di visitare Arezzo, una città fondamentale per la storia dell’arte, ma un po’ defilata dai consueti circuiti turistici che insistono soprattutto su Firenze, Siena e… la Piazza dei Miracoli a Pisa.

Giunti in città di buon mattino, essendo partiti dalla costa versiliese, abbiamo dapprima attraversato un quartiere residenziale di stampo otto-novecentesco, non esaltante, ma molto ordinato, caratterizzato nella omonima piazza dalla statua di Guido Monaco, quel frate medioevale che riordinando in chiave razionale la scrittura musicale permise a musicisti europei di primeggiare, da lì in poi, e per sempre, sulle altre espressioni armoniche di altri continenti.
Ma ecco che percorse poche decine di metri di una strada medioevale in leggera salita, una piazza sulla destra mi rivela la facciata incompiuta della chiesa di San Francesco.

Apparentemente rustica, perché di essa vediamo solo la struttura grezza in cotto del XIII secolo che avrebbe dovuto supportare il rivestimento lapideo, risulta comunque elegante e suggestiva. Mi viene spontaneo il confronto con certe soluzioni strutturali di Mario Botta, un moderno discendente dei Maestri Comacini.

Presso l’Accademia di Architettura della Svizzera Italiana di Mendrisio, dove sto frequentando il secondo anno di corso, ho avuto infatti la possibilità di verificare come questo grande maestro (non vuole che lo si qualifichi come archistar), nella progettazione si ispiri, in chiave attuale, alle strutture più significative del passato,quando venivano valorizzati materiali poveri come il legno, il mattone, la pietra.

Ma entrati in chiesa cambia totalmente la scena.

Rinviando il commento su bellissime tavole lignee trecentesche appese alle pareti ed altrettanto suggestive porzioni di affreschi salvate da un sapiente restauro, l’attenzione è subito calamitata dalla Cappella Maggiore interamente affrescata da Piero della Francesca attorno al 1450.

Sono davanti al ciclo di affreschi conosciuto come La leggenda della croce. Uno dei capitoli basilari della storia della pittura di ogni tempo.
Se Giotto aveva rivoluzionato la pittura, superando la staticità delle figure ritratte in epoche precedenti, forse un retaggio del mondo bizantino, Pietro ci introduce nel non ancora ben codificato Rinascimento.

Il recente perfetto restauro, esaltando la vivace cromaticità, ci fa gustare scene religiose (ma che potrebbero rappresentare anche scorci della vita delle Corti del tempo) dove la postura e l’espressione di ogni personaggio richiamano precisi canoni filosofici neoplatonici, esaltati dalla cultura del tempo.

Si resta attoniti e ammirati davanti alla perfetta costruzione delle scene ed alle espressioni decise, quasi imperiose di certi personaggi.

Piero vale da solo un viaggio ad Arezzo.

Ma il nonno già conosceva bene la città, e attraverso strade e stradine mi ha condotta a scoprire all’improvviso la stupefacente facciata della Pieve di Santa Maria.

Una vasta parete rettangolare in arenaria aretina, una pietra tenera di tonalità giallo azzurrognola, ormai esaurita da molti anni, che per la corrosione del tempo presenta disegni irregolari e caratteristici. Ma la bellezza architettonica della facciata è esaltata da una serie di gallerie cieche sovrapposte , che alleggeriscono l’imponente struttura, facendola assomigliare più ad un antico palazzo imperiale  che ad una Pieve consacrata.

Oltre un centinaio di sottili colonnine, tutte diverse tra loro, e così pure i capitelli e gli archetti che le sovrastano. Una meraviglia assoluta!

Non si può non ricordare quelle incredibili compagnie di piccapietra medioevali, che pur nell’unicità dell’opera compiuta avevano la facoltà di creare il singolo pezzo con proprie varianti al disegno d’insieme.
Alle spalle della Pieve la celebre Piazza Grande, dove si svolge annualmente la Giostra del Saracino e mensilmente una mostra-mercato dell’antiquariato.

Ma io ho soprattutto ammirato nella piazza la bellissima abside della Pieve, con accanto il sontuoso palazzo della Fraternità dei Laici, con un’ala in stile gotico accanto a quella rinascimentale.
Molto belle ed equilibrate le case trecentesche sul terzo lato della piazza, sulle cui facciate emergono le pietre di antichi archi gotici o finestrelle rinascimentali dovute a successivi rimaneggiamenti. Un compendio dell’architettura italiana su un grumo di case abitate ininterrottamente da almeno settecento anni!
La severa ma molto equilibrata  Loggia del Vasari racchiude la piazza nella parte alta.

Sì, perché il Vasari era nato ad Arezzo, ed anche lì creò opere belle ed importanti.

Saliti fino al Pratone, il giardino pubblico al sommo della collina su cui giace Arezzo antica, abbiamo visitato il grande e molto suggestivo Duomo in stile gotico (a parte l’alto campanile: gotico si, ma del XIX secolo….).

Disceso il colle per stradine alle spalle del Duomo, in un quartiere appartato e silenzioso, in fondo ad una piazza selciata in cotto e ben ombreggiata da grandi alberi, sorge per incanto una piccola meraviglia gotica: la chiesa di San Domenico, caratterizzata da una facciata che ingloba sulla destra un bel campaniletto a vela con doppia cella campanaria.

All’interno, una navata unica decorata da affreschi di scuola locale, molto severa e ricca di spiritualità, l’occhio viene attratto da un grande crocifisso posto nella penombra sopra l’altar maggiore. Con l’accensione dell’illuminazione elettrica temporizzata si scopre una sublime opera di Cimabue!

Uno dei suoi famosi crocifissi, forse non il più noto, ma una grandissima opera che rivela la forte religiosità del pittore espressa attraverso la rappresentazione del corpo del Cristo contorto per le sofferenze inflitte dai carnefici.

Per non farmi mancar niente il nonno nel viaggio di ritorno, approfittando di un mio pisolino, ha fatto una non prevista uscita dall’autostrada a Pistoia.
Una visita molto breve al centro della città ci ha rivelato una struttura medioevale stupenda e ben conservata, con una piazza del Duomo tra le più belle della Toscana, e chiese che conservano opere scultoree medioevali di unica bellezza, tra cui due di Giovanni Pisano!

Sarà opportuna una più profonda visita a Pistoia, anche perché, udite udite, neppure il nonno  conosceva questa città toscana.
Il tour si è concluso nel tardo pomeriggio, dopo una lunga ricerca per stradine comunali attorno al Monte Pisano della Certosa di Calci, conosciuta anche come Certosa di Pisa.

Un complesso monastico veramente grandioso di origine medioevale, ma interamente ristrutturato nel Sei-Settecento, con grandi costruzioni e chiese, intervallate da corti e giardini interni posto in una valletta silenziosa ed appartata ai piedi del Monte Pisano, a pochi chilometri da Pisa

Purtroppo  era una giornata interdetta alle visite, per cui in una prossima comunicazione vi racconterò sia delle bellezze di Pistoia sia della Certosa di Calci, a meno che il nonno tragga dal cappello qualche visita ad un terzo sito importante,ma ancora sconosciuto alle carte geografiche.

 

Carlotta Paolucci delle Roncole


Gli “Amici dei Musei” ieri, oggi, domani

Care Amiche, cari Amici,

riprendiamo le attività dell’associazione e del sito dopo la pausa natalizia con una bella riflessione del nostro Giuseppe Perotti sul ruolo degli Amici, perfetta per rinnovare il nostro “grazie!” a Isa di Canossa, presidente uscente, e per augurare buon lavoro al nuovo presidente Francesco Monicelli!

Volendo risalire all’Evo Antico una delle figure emergenti con una personalità colta e raffinata, amante e protettore delle arti, della poesia e delle scienze fu senz’altro Mecenate.

Amico e fidato consigliere di Augusto, ma anche dei più grandi uomini di lettere ed arti dell’epoca, Orazio tra questi, è rimasto nel tempo il simbolo dei protettori delle arti, tanto che ancor oggi il termine “mecenatismo ”sta ad indicare la nobile funzione di chi, pur essendo al di fuori delle strutture pubbliche di tutela e conservazione dei beni culturali, opera a livello personale per contribuire con varie modalità alla loro conservazione e valorizzazione nel tempo.

Anche se allora nella Roma Imperiale non c’erano musei pubblici nel senso moderno del termine, la figura di Mecenate può a ragione rappresentare l’antesignano degli attuali Amici dei Musei di tutto il mondo. Nei 1700 anni a seguire grandi amici e protettori delle arti e degli artisti furono coloro che esercitavano il potere civile e religioso nelle mille sfaccettature che caratterizzavano l’evoluzione storica dell’Europa. Quasi sempre la figura del protettore delle arti si identificava con il committente delle opere stesse, ed agiva in tal senso per amore del bello e per arricchire le proprie dimore, ma soprattutto per accrescere la propria potenza ed il prestigio pubblico essendo ancora assai lontani i tempi in cui verranno costruiti i primi musei per la gioia ed il godimento di tutta la popolazione senza distinzione di classe.

In quel tempo la concezione di una nuova opera d’arte, come dimostrazione di ricchezza e potere, non poteva dare risalto ai moderni concetti di tutela e conservazione. Spesso i nuovi proprietari di un sito già riccamente impreziosito di opere d’arte, le facevano disinvoltamente raschiare o distruggere per sostituirle con altre commissionate agli artisti più in voga del momento, e che molto spesso lavoravano esclusivamente per quel proprietario. Così, se nella Cappella Sistina il Buonarroti ricoprì bellissimi e recenti affreschi con opere che hanno toccato per potenza e perfezione stilistica le vette dell’arte di ogni tempo, dal Seicento in poi una eccessiva volontà riformatrice denaturò belle chiese romaniche e gotiche con pesanti ristrutturazioni nell’onnipresente stile Barocco. Solo con la caduta di Napoleone, che fra tanti sconvolgimenti provocò anche la lenta, ma decisa trasformazione degli Europei da sudditi a cittadini dei nascenti stati, sorse l’idea di museo anche negli Antichi Stati preunitari, inteso come luogo deputato alla raccolta di opere d’arte dove poter esercitare una tutela artistica che favorisse la miglior conservazione, oltre al godimento visivo delle opere da parte di tutti.

Si concretizzava così la possibilità di far conoscere ai cittadini una parte importante di quelle favolose opere che per secoli erano rimaste racchiuse in castelli, palazzi o conventi, off-limits per tutti. L’Ottocento vide quindi la nascita di molte realtà museali, per la maggior parte di proprietà pubblica, statale o civica, ma anche di pertinenza ecclesiastica o di privati cittadini. Buona parte del materiale esposto nei musei italiani nati nell’Ottocento proveniva dalle spogliazioni e dalle soppressioni napoleoniche, ma anche da importantissimi lasciti di illustri casate italiane. Le collezioni andarono poi arricchendosi per altri lasciti, donazioni e acquisti. In parallelo a queste luminose realtà andavano lentamente formandosi gruppi di appassionati di varia estrazione sociale che, in modo assolutamente autonomo e spontaneo, si impegnavano a fiancheggiare i neonati musei, fornendo aiuto e sostegno, e donando spesso anche opere di loro proprietà che andavano ad arricchire le collezioni pubbliche.
Importante fu l’interessamento di alcuni industriali che anche in Italia, seppure con un certo ritardo rispetto agli altri Paesi d’Europa si stavano affermando con le loro imprese, e non dimenticavano l’antico contesto estetico-culturale che per secoli aveva caratterizzato il nostro Paese.

Solo a metà del Novecento si concretizzano vere e proprie forme di associazione tra i simpatizzanti di questo o quel museo. Nascono così le Associazioni Amici dei Musei, forse ispirandosi anche alle numerose e dinamiche Società e Accademie Filarmoniche che caratterizzano da due secoli la vita musicale italiana. Sono belle realtà che hanno come scopo principale quello di mantenere vivo nella cittadinanza l’amore per l’arte e per la cultura a tutto tondo , con particolare interesse per la vita e l’attività delle strutture museali per le quali si sono costituite in Associazione.

Nel caso di Verona, la denominazione di Associazione Amici dei Musei Civici è tale in quanto fa riferimento al gruppo di musei di proprietà comunale che ha come capolista il Museo di Arte Antica di Castelvecchio, affiancato dal Museo archeologico, dal Museo degli Affreschi, dal Lapidario Maffeiano. Scorrendo gli statuti che regolano l’esistenza e l’attività delle Associazioni Amici dei Musei si evince che le finalità indicate sono molteplici, ed auspicano una serie di iniziative, anche piccole, che possono portare alla valorizzazione finale del patrimonio intellettuale e reale dei musei “adottati”. L’Amico dei Musei è una figura di alto livello morale e civico che può prestare la propria disponibilità e abilità partecipando alla vita del museo con una attività di collaborazione. È il caso ad esempio della partecipazione alle guardianie nelle sale d’esposizione quando c’è carenza di personale a ciò preposto, o dell’aiuto di uno o più soci nella gestione del Sito informatico. Ma l’Amico dei Musei può, anzi, deve in ragione delle sue capacità supportare i dirigenti del museo nelle ricerche o negli studi in corso con una efficace azione di sussidiarietà.

Ognuno poi dovrebbe aderire volontariamente ad una forma moderna di mecenatismo, singolo o collettivo, tendente ad integrare le risorse ufficiali delle strutture museali che, essendo di natura pubblica, possono non sempre essere certe nel tempo e risultare a volte sufficienti solo per l’indispensabile spesa corrente. Analizzando il piacere segreto e personale che può scaturire dall’aiuto concreto dato per una azione nobile come quella di “fare qualcosa per un museo “, il gesto può risultare molto appagante e consolatorio. Un settore molto importante di attività degli Amici è l’ “allevamento” dei giovani all’amore per l’arte. Qui va subito riconosciuto che gli Amici di Verona brillano di luce propria, avendo ideato e sviluppato un Gruppo Giovani preparato, efficiente ed entusiasta che a sua volta è divenuto un focus catalizzatore verso altri giovani ancora digiuni di questa opportunità e promotori di un allargamento del Gruppo giovani a  livello internazionale.

Il Gruppo Giovani è un esempio per quelle strutture pubbliche che si dedicano all’istruzione e che dovrebbero maggiormente interessarsi a questo particolare settore dell’apprendimento. I bambini, che sono naturalmente portati ad incuriosirsi della bellezza e magari cercano anche di riprodurla con buffi, ma significativi disegni, vanno incoraggiati ed aiutati prima che altre attenzioni li distraggano, trasportandoli nel regno della banalità e della noia. Queste sono le Associazioni Amici dei Musei di oggi. E domani?

Di certo saranno sempre in maggior numero perché l’interesse per il mondo museale è in fase crescente. Ma alcuni problemi che preoccupano oggi non spariranno, anzi potranno acuirsi ulteriormente. Mi riferisco in particolar modo alla opportunità che alcuni Amici possano offrire una partecipazione più attiva e concreta alla vita della Associazione, non limitandosi all’iscrizione annua e ad un troppo limitato coinvolgimento nella vita associativa. Più passa il tempo e più le Amministrazioni pubbliche saranno oberate da nuovi compiti istituzionali di varia natura: l’opera di sussidiarietà offerta da strutture come quelle degli Amici dei Musei risulterà perciò preziosa ed indispensabile. Ho ottime ragioni per augurarmi che l’Amministrazione Civica di Verona abbia anche in futuro quelle giuste attenzioniper tutto ciò che ha contribuito a collocare Verona fra le “città d’arte” italiane di prima grandezza.

Ma non dobbiamo dimenticare che se già oggi accanto alla “città d’arte“ Verona coesiste una Verona dedita a commerci internazionali di primaria importanza, fra pochi anni, con l’entrata in esercizio della galleria ferroviaria di base del Brennero (55 chilometri sotto terra tra Bressanone e Innsbruck) in avanzata fase di costruzione, la riduzione drastica dei tempi di trasporto delle merci dal Centro Europa a Verona, per poi essere smistate nel resto d’Italia e viceversa, potrebbe mettere “in sonno” la città d’arte, a tutto vantaggio di una grande e anonima città del commercio che potrebbe prendere il sopravvento su quanto di nobile e bello ha caratterizzato finora questa città. Proprio per questi possibili pericoli sarà opportuno, direi necessario, che le generazioni future non si trovino impreparate nella gestione del “bello“ di Verona. Del resto l’esempio di alcune città centro-nord europee già oggi campioni mondiali nei commerci terrestri e marittimi, e nel contempo poli attrattivi museali ed artistici di primaria importanza, fanno ben sperare per il futuro di Verona.

Comunque vadano le cose gli Amici dei Musei avranno sempre una funzione primaria; e a molti soci avanti negli anni, che giustificano la minor partecipazione alle attività sociali per quel senso di torpore rinunciatario che li attanaglia, ricordo loro un bellissimo scritto di Francesco Alberoni: La terza via tra il dovere e il piacere. L’illustre sociologo analizzando l’approccio di ciascuno di noi nei riguardi dello svago e del lavoro suddivide gli adulti in tre “tipi umani“ così sintetizzati: il primo tipo contempla coloro che considerano il lavoro una dura realtà e cercano in tutti i modi di godere del tempo libero e dello svago. Il secondo è appannaggio del tipo impegnato: tutto è dovere, moltissimo lavoro e niente svaghi. Il terzo tipo ha come obiettivo l’imparare sempre di più per fare sempre meglio; legge, studia; ogni esperienza è un mezzo per migliorare la conoscenza. Di fronte all’insuccesso si domanda: “Cosa posso imparare da questa lezione?” Ascolta, riflette per crescere e progettare nuove attività.

Gli Amici dei Musei appartengono o dovrebbero appartenere al terzo tipo umano; ed anche ad ottanta o più anni dovrebbero concepire l’appartenenza alla Associazione degli Amici dei Musei come una preziosa opportunità per arricchirsi culturalmente e vivere meglio.

 

Giuseppe Perotti


Il restauro dopo il furto

Venerdì 22 settembre, alle ore 17.00, al Museo di Castelvecchio sarà presentato il restauro delle opere rubate nell’inverno del 2015, che finalmente torneranno nelle loro collocazioni originarie. Sarà l’occasione per fare il punto, assieme ai professionisti che se ne sono occupati di persona, sugli interventi di conservazione, ma anche sulla dinamica del furto, sulle indagini e sulla complessa vicenda del rientro in Italia dei diciassette dipinti.

Anche in quest’occasione, gli Amici dei Musei Civici e il Gruppo Giovani, che hanno affiancato e sostenuto il Museo di Castelvecchio nel corso degli eventi, saranno presenti, e offriranno un brindisi ai partecipanti al termine dell’incontro. Naturalmente, siete tutti invitati a partecipare!

Nei due giorni successivi, in concomitanza con le Giornate Europee del Patrimonio, sarà possibile visitare il Museo di Castelvecchio a un prezzo scontato: 1 euro per i residenti nella provincia di Verona, 4,50 euro per tutti gli altri visitatori.

 

Sabato 23, alle ore 10.30, l’Assessore alla Cultura Francesca Briani introdurrà l’iniziativa, che consentirà ai visitatori di incontrare, nel corso della visita al museo, i restauratori, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, il personale del Museo e della Soprintendenza per conoscere tutti i dettagli dei restauri eseguiti.


Inaugurazione della mostra “Giuseppe Piazzetta e la Gerusalemme liberata”

Dal prossimo 6 dicembre la sala Avena del Museo di Castelvecchio ospiterà la mostra-dossier Giambattista Piazzetta e la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, curata da Giulia Adami, nostra socia del Gruppo Giovani, nell’ambito di una felice collaborazione stipulata dal Museo con il Centro di ricerca “Rossana Bossaglia” per le arti decorative, la grafica e le arti dell’Università degli Studi di Verona.

La mostra, dedicata a quello che è considerato il più bel libro illustrato del Settecento veneto uscito per i tipi di Giambattista Albrizzi nel 1745, vedrà la presenza due versioni originali del volume prestate dal bibliofiloCorrado Mingardi e dalla Libreria Antiquaria Perini, che sarà possibile scoprire e apprezzare anche grazie a una postazione touch-screen che consente di sfogliare le pagine del libro.

Questa esposizione è la seconda nell’ambito della collaborazione fra Museo e Università di Verona, dopo quella dedicata a “Aldo Manuzio e l’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna” inaugurata il 31 ottobre 2015. Questo progetto, che gode del sostegno anche della nostra Associazione, consente ad alcuni dottorandi in storia dell’arte di confrontarsi con la curatela e l’organizzazione di una piccola mostra acquisendo competenze fondamentali e facendo conoscere a un vasto pubblico celebri libri d’artista.


Settembre 2016: si ricomincia!

Cari Amici e gentili Amiche,

sarà una vera gioia ritrovarci dopo la pausa estiva.

Il nostro tradizionale incontro dopo l’estate quest’anno sarà a villa Perosini Fontana ad Albaredo d’Adige, bella dimora del tardo Seicento, nella pianura veronese ai margini del fiume Adige, che visiteremo venerdì 23 settembre. Nostri gentili ospiti saranno l’architetto Simone Fontana e la sua gentile consorte e nostra socia Federica Betti, che ringraziamo per la loro cortese accoglienza.

La villa caratterizzata da un timpano triangolare sostenuto da quattro lesene di ordine gigante è situata in un bel giardino e rappresenta sicuramente l’edificio più significativo del centro abitato di Albaredo.

Saranno gli stessi padroni di casa a introdurci nella visita.

Per fine ottobre o inizio novembre stiamo organizzando un fine settimana lungo a Roma e Ostia antica, il programma vi arriverà quanto prima. Al posto della costa occidentale degli Stati Uniti vi proponiamo quella occidentale centro italiana!

 

Vi segnaliamo che sabato 10 settembre il Gruppo Giovani degli Amici presenterà la storia del Bastione delle Maddalene e il restauro recentemente realizzato dal Comune per dar vita al Centro di Documentazione – Verona Città Fortificata. L’occasione è data dall’iniziativa del “RiVer Festival”, promossa dall’Associazione culturale RiVer – Primavere Urbane, che persegue l’obiettivo di valorizzare spazi urbani poco noti e utilizzati, coinvolgendo diverse realtà attive nel territorio veronese. I proventi dell’evento, che inizierà alle ore 17 per concludersi attorno alle 23 e al quale collaborerà tra gli altri anche l’Accademia di Belle Arti di Verona, saranno tutti devoluti a favore delle popolazioni terremotate.

Vi aspettiamo numerosi!

Isa di Canossa e Francesco Monicelli