Conferenza “Restauri a Pompei”

Ricordiamo che martedì 12 dicembre, alle 17.30, si terrà il terzo incontro delle Conferenze di Castelvecchio.

La dottoressa Giovanna Patrizia Tabone, archeologa e funzionaria del del Ministero dei Beni e delle
Attività culturali e del Turismo che si è occupata del “Grande Progetto Pompei”, terrà una lezione intitolata “Restauri a Pompei: la Casa del Criptoportico e la Fullonica di Stephanus a un secolo dalla scoperta”.

L’incontro avrà luogo nella Sala Conferenze del Palazzo della Gran Guardia (qui il programma completo), e sarà accessibile gratuitamente sino ad esaurimento dei posti.


Il restauro dopo il furto

Venerdì 22 settembre, alle ore 17.00, al Museo di Castelvecchio sarà presentato il restauro delle opere rubate nell’inverno del 2015, che finalmente torneranno nelle loro collocazioni originarie. Sarà l’occasione per fare il punto, assieme ai professionisti che se ne sono occupati di persona, sugli interventi di conservazione, ma anche sulla dinamica del furto, sulle indagini e sulla complessa vicenda del rientro in Italia dei diciassette dipinti.

Anche in quest’occasione, gli Amici dei Musei Civici e il Gruppo Giovani, che hanno affiancato e sostenuto il Museo di Castelvecchio nel corso degli eventi, saranno presenti, e offriranno un brindisi ai partecipanti al termine dell’incontro. Naturalmente, siete tutti invitati a partecipare!

Nei due giorni successivi, in concomitanza con le Giornate Europee del Patrimonio, sarà possibile visitare il Museo di Castelvecchio a un prezzo scontato: 1 euro per i residenti nella provincia di Verona, 4,50 euro per tutti gli altri visitatori.

 

Sabato 23, alle ore 10.30, l’Assessore alla Cultura Francesca Briani introdurrà l’iniziativa, che consentirà ai visitatori di incontrare, nel corso della visita al museo, i restauratori, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, il personale del Museo e della Soprintendenza per conoscere tutti i dettagli dei restauri eseguiti.


Chiusura positiva per la mostra “Un restauro per le Marche”

Si è chiusa positivamente al Museo di Castelvecchio l’esposizione temporanea Un restauro per le Marche. Un abbraccio a Matelica dopo il terremoto (Sala Boggian, 20 maggio – 27 agosto 2017), dedicata al restauro del dipinto del Museo Piersanti di Matelica Madonna con il Bambino e San Giovannino, opera del pittore laziale Sebastiano Conca (1680-1764), danneggiato dai calcinacci e dalla polvere degli intonaci caduti a causa del sisma del 2016. L’intervento è stato generosamente offerto dalle associazioni Amici dei Musei di Verona e Amici di palazzo Te e dei Musei mantovani, in occasione del Congresso mondiale degli Amici dei Musei (Mantova-Verona, 18-21 maggio). La mostra ha avuto l’appoggio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e ha aderito all’iniziativa Adotta un museo di ICOM Italia.

I visitatori del Museo di Castelvecchio che hanno potuto apprezzare l’esposizione di Sala Boggian sono stati 64.066. Questo  risultato ha realizzato l’obiettivo della Direzione Musei d’Arte Monumenti e del Comune di Matelica di sensibilizzare Verona e i suoi cittadini sul dramma dei beni culturali danneggiati dal terremoto del centro-Italia,  raggiungendo anche il pubblico più allargato del turismo estivo.


Un anno sul Canal Grande. Intervista a Paola Marini

È trascorso ormai più di un anno da quando è iniziata l’avventura di Paola Marini sulle rive del Canal Grande.

Un’avventura nata dalla sfida lanciata dal Ministero dei Beni Culturali che ha sviluppato e concretizzato un programma di adeguamento strutturale ed organizzativo per venti dei più importanti e prestigiosi musei e realtà culturali statali italiani.
Un programma a dir poco rivoluzionario che ha modificato lo stesso concetto filosofico di museo statale, finora ancorato a ferrei principi di tutela e conservazione delle opere d’arte, adeguandosi alle esigenze che anche un moderno turismo culturale di buon livello richiede.

Paola Marini, la nostra storica direttrice delle Civiche Raccolte d’Arte di Verona, è stata chiamata a dirigere, in un quadro normativo del tutto nuovo, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il museo statale italiano che viene universalmente identificato come il massimo centro mondiale per ammirare e studiare la pittura del ‘500 veneziano; e non solo quella.

Comodamente seduti in una piccola saletta delle Gallerie, Paola mi confida l’impressione del suo primo impatto nella nuova prestigiosa direzione.

Profondamente rinnovate da importanti lavori di restauro durante l’ultimo quindicennio, e non ancora del tutto completati, le Gallerie dell’Accademia colpiscono per la grandiosità degli spazi espositivi, con ampi saloni e fughe di luminose gallerie.
Al confronto il nostro caro Museo di Castelvecchio appare come una struttura bellissima, ma a carattere più intimistico, quasi famigliare.

Nelle Gallerie dell’Accademia il respiro è decisamente internazionale: vuoi per la tipologia dei visitatori, assolutamente cosmopolita; vuoi per il continuo colloquio che i direttori, di oggi e di ieri, hanno sempre intrattenuto con i colleghi dei musei di tutto il mondo per organizzare manifestazioni in comune, scambi di opere, approfondimenti culturali e comunque sviluppare quei rapporti di operosa amicizia che solo l’amore per l’alta cultura può realizzare.

Tra i grandi musei italiani le Gallerie dell’Accademia presentano la caratteristica di essere una raccolta quasi monografica. Infatti il museo non nasce come raccolta dei lasciti di grandi famiglie, e di conseguenza di opere che spaziano nel tempo.
La collezione si presenta come una galleria di risulta sia delle spogliazioni napoleoniche, sia delle soppressioni sempre operate da Napoleone, ma anche dall’Italia.

Il risultato è una concentrazione di meravigliosi capolavori della pittura veneziana dal XIV al XVIII secolo, con particolare spazio per il Quattrocento e il Cinquecento.
Quel magico periodo in cui Bellini, Tiziano, Tintoretto, Giorgione, Veronese suscitano con il trionfo del colore, della luce, della naturalezza e del ritratto un vero piacere visivo ed intellettuale.

Qui a Venezia la bellezza e la gioiosità delle tele cinquecentesche ammaliano con i loro splendidi colori luminosi i visitatori di tutto il mondo.

L'organizzazione del Museo

Fino alla recente riforma ministeriale anche le Gallerie dell’Accademia, pur riscuotendo successo di pubblico e sviluppando una notevole attività scientifica, hanno sofferto dei tipici inconvenienti delle strutture statali italiane, soggette a rigidi schemi gerarchici.
Sono transitati direttori di grande valore scientifico, ma per la eccessiva brevità del tempo trascorso alla direzione veneziana, non hanno potuto sviluppare al meglio azioni organiche.

Con la riforma del Ministero vari musei statali italiani sono stati resi autonomi dalle Sovrintendenze, e la figura del Direttore è andata assumendo un ruolo del tutto nuovo.
Oltre al valore della preparazione scientifica, che ha sempre contraddistinto il personale direttivo dei musei italiani, ai nuovi direttori è stata richiesta una maggior capacità “imprenditoriale” e gestionale, avendo il ministro fornito loro nuovi strumenti che li avvicinano più a dirigenti di azienda piuttosto che ad alti burocrati ministeriali ai quali, loro malgrado, erano finora costretti ad identificarsi per alcune attività di servizio.

Le Gallerie dell’Accademia, prosegue Paola Marini, come per gli altri diciannove siti scelti per il nuovo corso gestionale, dovranno nell’esercizio delle loro funzioni avvalersi di uffici e reparti tecnici autonomi.
Ma la sfida a Venezia diventa ancor più difficile, e nel contempo stimolante, perché le varie strutture delle Gallerie non hanno ancora una sufficiente copertura di personale specialistico.
Mancano ad esempio ancora tre dei sei storici dell’arte previsti dalla pianta organica.

Tutto questo ha comportato un primo anno di direzione complesso e a volte imprevedibile, ma certamente molto suggestivo: un vero e proprio battesimo del fuoco.

 

Tra le varie aree funzionali delle Gallerie spiccano:

  • Le Collezioni e la Gestione del Patrimonio; e fra l’altro comprendono le istruttorie per i prestiti, con le complesse e molto delicate pratiche che li regolano e li garantiscono.
  • L’Amministrazione; un settore prevedibile in qualsiasi gestione, ma grande novità per una sede museale che, uscita dal controllo e dalla vigilanza della Sovrintendenza, ha per la prima volta una sua autonomia di bilancio e quindi obbligo di gestione oculata e precisa.
  • L’Area di Servizio Pubblico; anche se le Gallerie debbono ancora rispettare alcuni vincoli statali in questo campo, il museo non si sente più come una realtà periferica di un ministero romano, ma sta assumendo anche in questo fondamentale settore una dinamica ed una autonomia che lo porteranno ad essere simile ad una moderna impresa.
  • Il Settore della Ricerca; le Gallerie in collaborazione con Università ed Istituti di ricerca sviluppa in continuazione approfondimenti e studi comparati sulle opere sue e di altri musei, per contribuire alla soluzione degli interrogativi che sono la ragion d’essere di una scienza al servizio di una miglior conoscenza: la Storia dell’Arte.

Presso le Gallerie opera un Laboratorio del Restauro molto conosciuto ed apprezzato per il valore dei suoi tecnici, laboratorio che ebbe il battesimo del fuoco dopo la grande alluvione del novembre 1966 che fece grandi danni in una Venezia sommersa per molte ore dal mare.

Organi dirigenziali delle Gallerie dell’Accademia sono:

  • Direttore, di nomina ministeriale
  • Consiglio d’Amministrazione, formato da cinque membri tra cui il Direttore che lo presiede ed il Direttore del Polo Museale regionale. Quest’ultima figura, di recente ideazione, diventa il polo aggregatore a livello regionale di tutti i musei, anche quelli non statali.
  • Collegio dei Revisori dei Conti.
  • Comitato Scientifico. Assume particolare importanza l’attivazione recente di questo importante organo (che annovera tra i suoi membri anche il notissimo studioso di storia dell’arte Vittorio Sgarbi), perché con i suoi approfondimenti ed i suoi consigli rafforza l’autorevolezza delle decisioni del direttore, creando insieme a questi una task force culturale che non farà certo rimpiangere le strutture un po’ troppo protocollari del passato.

 

Ringrazio Paola Marini per questa esauriente disamina sulla nuova impostazione delle Gallerie dell’Accademia e le chiedo quale sia dopo un anno di attività il suo feeling con Venezia.

Paola risale come origine recente del tutto alla lontanissima data del novembre 1966, quando la cultura mondiale si strinse a Venezia per soccorrerla, creando ben ventidue Comitati internazionali per Venezia, veri e propri ambasciatori della cultura nel mondo.
Molti di questi sono ancora generosamente attivi, e alcuni operano a fianco delle Gallerie.

Le conoscenze personali che Paola già aveva con direttori italiani e stranieri che operano in Venezia hanno enormemente facilitato l’allargamento delle conoscenze con altri responsabili di Centri di Cultura nazionali e mondiali. Un feeling a tutto tondo.
Inoltre sono molto stretti i rapporti con l’Università di Cà Foscari, che tra l’altro ha agevolato con studi e nuove elaborazioni scientifiche lo sviluppo del nuovo Piano di gestione quadriennale richiesto dal Ministero dei beni culturali, quello appunto che ha nominato i venti nuovi direttori di musei, orientando la rivoluzione tuttora in atto.

Paola infine mi ricorda che l’incantevole presenza presso le Gallerie dell’Accademia di opere tra le più celebri e conosciute genera richieste di prestiti da Musei, Gallerie e Fondazioni di tutto il mondo.
Prestiti che si cercherà di trasformare in più vantaggiosi interscambi, per accrescere le reciproche conoscenze grazie allo studio di questi straordinari capolavori del passato.

La collaborazione con gli importanti e celebri Musei civici veneziani è molto intensa, e proprio ora stanno allestendo insieme una Mostra su “Hyeronimus Bosch ed il collezionismo della famiglia Grimani” a Palazzo Ducale; inoltre sempre i due poli museali veneziani, statale e civico, stanno già lavorando per una epocale Mostra sul Tintoretto per il 2018, con doppia sede espositiva a Palazzo Ducale e alle Gallerie della Accademia. Mostra che a chiusura dei battenti sarà trasferita per una sua ulteriore esposizione alla National Gallery di Washington.

Altre ventidue opere sono in mostra a Denver in Colorado, affiancando altri dipinti del Rinascimento, provenienti da vari musei e collezionisti statunitensi
Ma dalle Gallerie dell’Accademia sono partite ben cinquantatré opere per due mostre in Giappone, a Tokio e Osaka; quest’ultima appena conclusa , con un buon successo di un pubblico molto competente ed attento.
Non ultimo in ordine di tempo il prestito di alcune opere alla Cina, che le ha esposte a Pechino.

È una intensa attività volta a sensibilizzare Paesi lontani d’Oriente alla conoscenza dell’arte italiana, invogliandoli a riallacciare con Venezia quegli scambi culturali che caratterizzarono per molti secoli i rapporti tra i due Mondi.
L’innegabile risveglio culturale che sta coinvolgendo anche il nostro Paese trova nel mondo produttivo e commerciale un attento testimone.
Grandissime aziende, ma anche chi non ti aspetti, come ad esempio Borsa di Milano, seguono con attenzione il mutato interesse degli italiani per tutto ciò che concerne l’alta cultura e le grandi opere d’arte.

Paola Marini vede positivamente questi nuovi segnali, e si augura che una volta entrato a regime il nuovo corso della gestione museale, con personale e mezzi adeguati, ci sia la reale possibilità di ascoltare e vagliare queste proposte, e indirizzarle in maniera intelligente ad un loro soddisfacimento, dando così da un lato una nuova e originale visibilità ai finanziatori, e permettendo ai Musei nuove iniziative culturali che per ora sono conservate nel libro dei sogni.

E come chicca finale l’instancabile Paola Marini mi ricorda che, nel 2017, cadrà il duecentesimo anno dall’apertura delle Gallerie dell’Accademia, e che tale ricorrenza andrà degnamente ricordata.

Ma non basta. Nel 2019 sarà celebrato in tutto il mondo il V centenario della morte di Leonardo da Vinci, del quale le Gallerie dell’Accademia custodiscono ben venticinque disegni, fra cui il più famoso di tutti: il celebre Uomo Vitruviano. Quel disegno che al di là della perfezione e della bellezza stilistica, aprì il mondo di allora allo studio ed alla ricerca scientifica.

Che cosa ha in mente Paola per celebrare quell’anniversario?
Certamente qualche cosa di molto bello, degno delle Gallerie dell’Accademia e di Venezia tutta.

 

Giuseppe Perotti