Saluto della presidente uscente

Carissimi Amici e carissime Amiche,

un saluto pieno di affetto a tutti gli Amici dei Civici Musei d’Arte di Verona.

I sei anni della mia presidenza sono “volati”: mi sembra ieri che sono subentrata a Giuseppe Mannicon non celata preoccupazione nel ricoprire un ruolo che prima di me aveva visto impegnati grandi imprenditori. Ho cercato di seguire il percorso da loro così ben tracciato premurandomi di sostenere e di mandare avanti le iniziative e le attività che hanno fatto della nostra Associazione una importante realtà culturale cittadina. Fare l’elenco dei progetti in favore dei musei, delle collaborazioni, del sostegno alle mostre e alla didattica, dei contributi, delle donazioni, dei viaggi, delle visite di istruzione, delle iniziative del gruppo giovani, del volontariato per le guardanie, sarebbe troppo lungo e non in sintonia con la mia sinteticità, ma volevo ricordare per ogni anno quello che più mi è rimasto nel cuore.

La grande mostra di Paolo Veronese con il viaggio introduttivo a Londra nel 2014.

Nel 2015 la commozione nel ricordare Caterina Gemma Brenzoni con la dedica del restauro del paliotto dei Sette Santi del Museo di Castelvecchio e poi l’angoscia e lo smarrimento per la terribile rapina al museo – a solo un giorno di distanza dal nostro festeggiamento a Paola Marini per la nuova carica veneziana.

Finalmente la notizia del ritrovamento! La gioia, la fine dell’ansia e dell’incertezza nel corso del 2016.

Nel 2017 il Congresso Mondiale degli Amici dei Musei insieme agli Amici di Mantova. Una organizzazione non facile, ma che è stata ripagata dal successo dell’evento che ha visto la partecipazione di tante personalità delle realtà museali e culturali di tutto il mondo.

Nel corso degli ultimi mesi la presentazione dell’importantissimo progetto del Restauro della Torre del Mastio, ideato e eseguito da un gruppo di lavoro condotto da Maurizio Cossato.

Ringrazio infinitamente la Direzione dei Musei Civici, in particolar modo Margherita Bolla, per la continua disponibilità e le tante fruttuose iniziative congiunte e tutto il Consiglio Direttivo e il Collegio dei Revisori dei Conti per la professionalità, l’entusiasmo e il senso di amicizia che hanno caratterizzato il nostro impegno comune.

Un augurio grandissimo al nuovo presidente Francesco Monicelli, amico da sempre e tra i fondatori della nostra Associazione, e un carissimo abbraccio a tutti gli Amici!

 

Isa


Ciao Paolo, a presto

Famoso lo eri già, e da lungo tempo.

Non per nulla imperatori, re e principi elettori cercarono di acquistare o di impossessarsi comunque delle tue più prestigiose opere per impreziosire le loro dimore.
Sono gli stessi quadri che oggi fanno bella mostra di sé nelle più celebri pinacoteche mondiali.

La fama che aleggiava attorno alla tua figura di grande e riservato artista era però già allora diversa da quella più epidermica e immediata, che emanavano altri celebri artisti del tempo.
Tu eri noto soprattutto per quelle sontuose tele commissionate per ornare le ricche dimore patrizie sul Canal Grande, o le chiese di Venezia, come San Sebastiano, se non addirittura le riservatissime sale del Collegio, del Consiglio dei Dieci, o del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale.

Eri stato consacrato come uno dei principali Artisti Ufficiali della Serenissima, ma eri conteso anche dai più prestigiosi Ordini religiosi veneziani che ti chiamavano per ornare con grandi ed elaboratissimi teleri le pareti dei refettori claustrali.
Bellissime opere ispirate più ad immaginari e pantagruelici banchetti rinascimentali che non alla mistica Ultima Cena di Gesù con i suoi Discepoli.

Finora anche per noi non era stato facile ammirare da vicino i tuoi capolavori.

Poche esposizioni, e quasi sempre all’estero. Quella molto importante di Venezia del 1939 risultava troppo lontana nel tempo per chi è ancora vivente nel terzo millennio d.C. Nel migliore dei casi si potevano ammirare tue opere su pareti e soffitti da distanze tali che, pur mostrando la complessità dell’insieme e la nitida cromaticità, non permettevano una analisi calligrafica ed uno studio della tua superba abilità creativa.

Tu, Paolo, nato a Verona, ma veneziano d’adozione, sei infatti rimasto molto “padano” e poco tizianescoper la tecnica coloristica e per l’impostazione figurativa.

Poi arrivò il 2014.

L'anno che con due Mostre a te dedicate, una alla National Gallery di Londra, seguita a ruota dalla Mostra di Verona alla Gran Guardia, hanno permesso a quasi duecentomila visitatori di ammirare molte delle tue più importanti opere.

Londra e Verona hanno esposto buona parte delle opere che per dimensioni possono venir movimentate con sicurezza.

A Verona hanno sfiorato l’impossibile presentando, dopo un lungo e sapiente restauro, il telero del Convito in casa di Levi, opera della Bottega, ma alla quale hai sicuramente messo mano anche tu, specie sul lato destro dei cinquanta (!) metri quadrati della grande e scenografica opera.

Londra ha avuto invece il privilegio di esporre al posto d’onore della Gallery la celeberrima Pala di San Giorgio.

Ed è giusto che sia andata così, visto che i visitatori della Mostra veronese la potevano comunque ammirare, di ritorno da Londra, nella sua stupenda sede naturale della Chiesa di San Giorgio in Braida in riva all’Adige; luogo sacro ricchissimo di opere d’arte eccelse.

I critici londinesi, riconoscenti, l’hanno definito uno dei più bei quadri al mondo in assoluto.

La Mostra di Verona, nata come idea precisa cinque anni fa, quando Paola Marini si ritirò per mesi nella villa fiesolana I Tatti per approfondire le conoscenze sulla tua pittura, ha avuto nella fase finale della preparazione un importante momento di studio e di arricchimento attraverso la realizzazione di ben sei conferenze propedeutiche all’evento, tenute dai maggiori studiosi della tua pittura, italiani e stranieri.

Conferenze alle quali ha arriso un grande successo di partecipazione, con una presenza costante di otto-novecento persone attente ed interessate.

Le conferenze hanno avuto soprattutto l’utilità di farci capire come sotto le tue apparenze di metodico e tranquillo grande artista del Cinquecento veneziano si celasse una personalità molto acuta e complessa, e che nonostante l’avvio, non agli studi, ma alla bottega fin dalla più giovane età, tu “scrivessi” tomi di teologia e di filosofia attraverso le opere pittoriche ed i bellissimi disegni preparatori.

In sei pomeriggi indimenticabili, caro Paolo, sei diventato una figura viva e parlante attraverso le esposizioni ed i commenti degli esperti.

Con grande sorpresa, alla mia prima visita in mostra, entrando nelle sale sapientemente allestite non da celebri archistar alla moda, ma da valenti tecnici che dimostrando la profonda conoscenza della tua pittura hanno messo in atto idonee strutture per valorizzarla ulteriormente, ho avuto la piacevole sensazione di entrare in un ambiente a me famigliare, come se avessi già precedentemente visitato la mostra.

Mi soffermavo davanti ad un quadro ed in automatico ricordavo le spiegazioni che Xavier Salomon, piuttosto che Bernard Aikema o Paola Marini mi avevano offerto in conferenza.

La visita alla mostra, che per noi Amici dei Musei non è mai un fatto mondano, ma sempre un momento di piacevole arricchimento personale, diveniva così la conferma visiva e definitiva di quanto avevo ascoltato durante le conferenze.

D’ora in poi per me tu non sarai più semplicemente uno dei grandi pittori del Cinquecento italiano, famoso per le grandi tele e per la netta scansione dei colori che rendono così uniche le figure dei personaggi da te ritratti.

Ti ricorderò anche per il nuovo metodo di avvicinamento per gradi alla comprensione delle opere esposte in una mostra, che rende più piacevole l’apprendimento dell’arte e della sua storia.

Grazie Paolo, a presto.

 

Giuseppe Perotti