Inaugurazione mostra “Antonio Balestra, nel segno della grazia”

Sabato 19 novembre, alle ore 11.00 sarà inaugurata la nuova mostra «Antonio Balestra nel segno della grazia» organizzata dal Museo di Castelvecchio e dedicata all’opera di uno dei più incisivi artisti veronesi della seconda metà del XVII secolo.

Curata da Andrea Tomezzoli, professore associato di Storia dell’arte dell’Università di Padova, l’esposizione presenta oltre sessanta opere provenienti da prestatori pubblici e privati, italiani ed europei, che celebrano e rendono omaggio ad Antonio Balestra in occasione del trecentocinquantesimo anniversario della nascita. Oltre ad approfondirne l’opera, che al pari della fama superò di molto i confini cittadini, questa mostra costituisce una tappa ulteriore della serie di esposizioni organizzate dalla Direzione Musei d’Arte Monumenti incentrate su artisti veronesi o attivi in città, e in particolare con quella – sempre a cura del prof. Tomezzoli insieme a Paola Marini – dedicata al Settecento a Verona, molti esponenti del quale come Cignaroli e Rotari furono allievi proprio di Antonio Balestra.

La mostra, allestita negli spazi di Sala Boggian, rimarrà aperta sino al 19 febbraio 2017.


Attività autunno-inverno 2016

Cari Amici e gentili Amiche,

Vi comunichiamo ora le prossime visite culturali con gli Amici.

giovedì 27 ottobre 2016 – Verona, Palazzo della Gran Guardia 

Ci incontreremo alle ore 17.15 alla biglietteria del Palazzo della Gran Guardia per visitare insieme la mostra “Maya. Il linguaggio della bellezza”.

sabato 12 novembre 2016 – Ferrara e Rovigo

Al mattino, a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, visiteremo la mostra “Orlando furioso. 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi”, con la guida.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo libero, ci trasferiremo a Rovigo, dove visiteremo, sempre con la guida, la mostra a Palazzo Roverella I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia”.

Ci accompagnerà la nostra giovane socia Giulia Adami.

sabato 19 novembre 2016 – Verona, Museo di Castelvecchio

Inaugurazione della mostra “Balestra. Nel segno della grazia” in Sala Boggian. La mostra dossier, curata da Andrea Tomezzoli, approfondisce il ruolo rinnovatore del pittore veronese nell’ambito della pittura veneta settecentesca.

giovedì 1 dicembre 2016 – Verona

La nostra consueta cena per i saluti e gli auguri prima della pausa per le festività natalizie. In questa occasione potrete anche rinnovare la quota associativa per il prossimo anno.

All’inizio del nuovo anno visiteremo la mostra “Picasso. Figure (1906-1971)”, al museo AMO-Palazzo Forti di Verona.

Con i più cordiali saluti, a presto.

Isa di Canossa e Francesco Monicelli


...e dopo il “Te Deum”, si cambi marcia!

Dopo straordinario ritrovamento dei diciassette quadri sottratti al Museo di Castelvecchio la sera del 19 novembre 2015 ha suscitato in tutti gli Amici dei Musei di Verona una grande gioia.
Una liberazione dal senso di cupa oppressione che aveva attanagliato tutti noi.
Il furto, oltre al danno materiale difficilmente quantificabile con gli scarni numeri di una contabilità assicurativa, aveva provocato un senso di umiliazione in coloro che hanno una particolare attenzione per tutto ciò che esprime bellezza e che desiderano venga protetto e conservato per le generazioni future.
È importante ricordare che solo attraverso lo studio e la visione del bello che è stato realizzato nel passato, i nostri discendenti potranno avere una traccia concreta ed un sicuro indirizzo per i loro progetti di vita.
I figli di un Paese senza testimonianze del passato faticano a pianificare il futuro e sono indotti a ripiegare su una fredda sopravvivenza ipertecnologica che si autoalimenta attraverso continui artifici e invenzioni applicative. Tale metodologia però tramuta il presente, “l’attimo fuggente”, in un passato non più utilizzabile, da rottamare.
Un vero spreco di preziose conoscenze.
Ecco perché il ritrovamento dei diciassette capolavori d’arte rubati non deve essere solo una grande gioia per gli Amici dei Musei, che per scelta volontaria sono tutti amanti delle Arti di ogni tipo e di ogni tempo, ma tutta la popolazione dovrebbe partecipare a questo gioioso evento con un interessamento che finora mi è sembrato piuttosto tiepido e distratto.
Per contro, lo scossone provocato da questo drammatico evento potrebbe essere l’occasione per rimeditare sullo stato di fruizione de “Il bello in Italia” da parte di noi italiani, ma anche degli stranieri.
L’Italia, come ha ricordato Andrea Costa in un recente articolo su “Espansione”, da primo Paese al mondo visitato negli anni ’50 del XX secolo, oggi si trova al quinto posto, con un trend calante.
Abbiamo il più alto numero di siti proclamati dall’Unesco in assoluto, ma non abbiamo più le capacità di attrarre turisti interessati alla loro conoscenza.
La scelta in Italia di Paesaggi, Città d’arte, Siti, Musei è per qualità e preziosità sterminata.
Allora perché le statistiche ci ricordano che l’Italia non è più attraente come prima? O meglio, perché l’Italia è rimasta al palo, mentre altri Paesi, concorrenti storici come Francia, Stati Uniti, Spagna, ma anche new entry a vocazione turistica emergente come Cina, Inghilterra, Germania ci stanno superando?
Se delimitiamo la nostra osservazione ai grandi musei italiani non si può non sottolineare che nel corso degli anni le strutture pubbliche ed i politici responsabili del settore abbiano tentato, nei limiti delle disponibilità finanziarie, di migliorare la struttura e la gestione degli stessi.
Ma purtroppo si è quasi sempre trattato di battaglie perse in partenza.
Stato o Enti locali, titolari della gestione dei musei, hanno sempre operato non attraverso interventi radicali e rapidi nel tempo, ma diluendo in tempi biblici interventi parziali e spesso in contrasto tra loro.
Un esempio emblematico: a Milano già negli anni settanta del secolo scorso si parlava della “Grande Brera”, cioè della fruizione di tutto il complesso architettonico braidense, compreso il piano terra, da sempre utilizzato dalla Accademia di Belle Arti, per allestire una grande pinacoteca di dimensioni e respiro mondiale atta ad accogliere degnamente l’incredibile e vasta collezione di dipinti famosi e preziosissimi che compongono tuttora il suo patrimonio.
A tutt’oggi l’Accademia di Belle Arti è ancora lì ed occupa tutti i locali del piano terra. Anzi, sono stati fatti importanti lavori di ristrutturazione e adeguamento per migliorare doverosamente la didattica e lo studio.
E la Pinacoteca, anch’essa oggetto, per la verità, in questi mesi di importanti e meritori lavori di ristrutturazione ed ammodernamento, continuerà a condividere con la celebre Biblioteca Braidense il solo piano superiore del glorioso palazzo milanese, già sede dei Gesuiti.
Un altro esempio di scarso coordinamento: lo scorso anno Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, con una grande azione meritoria ha nominato venti nuovi direttori di importantissimi musei e siti culturali italiani, scegliendoli anche tra dirigenti di strutture non statali o addirittura provenienti dall’estero.
Un grande passo avanti ed una novità assoluta nella gestione della funzione pubblica.
Mi risulta però che uno di questi, lasciato il più piccolo, ma ben funzionante, museo che dirigeva, giunto nella prestigiosissima nuova sede, sia stato ricevuto da un buon numero di custodi, ma quasi nessun funzionario amministrativo. Evidentemente fino ad allora quella sede era particolarmente considerata per la sua capacità …occupazionale.
Ritornando al nostro più famigliare, ma non meno prezioso, Museo di Castelvecchio, il prossimo ritorno delle diciassette opere ricuperate, dovrà essere l’occasione per ricordare ai veronesi, a volte un po’ dimentichi, che essi vivono letteralmente adagiati su un numero incredibile di bellezze architettoniche, paesaggistiche e museali che pochissime città italiane, ma anche europee, possiedono; e che meritano di essere viste e riviste per meglio conoscere la propria città
Nello specifico, il Museo di Castelvecchio ha avuto l’opportunità, direi anche la fortuna, di essere stato ristrutturato radicalmente nella seconda metà del secolo scorso da un grandissimo architetto, oggi lo proclamerebbero una archistar: il veneziano Carlo Scarpa.
Ma sicuramente lui, homo faber costruttivo e laborioso, avrebbe rifiutato questo ampolloso titolo.
Trasformò una vecchia struttura museale in stile finto gotico, molto danneggiata dagli eventi bellici, dove le opere erano presentate attraverso una monotona e prevedibile sequenza, in una moderna, vibrante e coinvolgente esposizione museale, divenuta ben presto un modello per gli studiosi e gli appassionati di tutto il mondo.
Ancor oggi si vedono gruppi di studiosi, in particolare giapponesi, aggirarsi per il museo, ma anche per la città, per ammirare e analizzare le opere scarpiane di cui Verona si adorna.
Senza addentrarci in esami più approfonditi, basta rammentare la fuga delle cinque sale a piano terra che compongono la Galleria delle Sculture trecentesche per avere l’idea palpabile della grandezza di Carlo Scarpa nell’offrire al visitatore la possibilità di esaminare da vicino ed in modo suggestivo antiche sculture medioevali in marmo che in origine erano collocate in buie chiese e cattedrali molto più in alto e lontane dai fedeli.
Una interpretazione eccelsa, ma rispettosa della museologia.
Ma gli anni passano inesorabilmente e certe soluzioni tecnologiche scelte da Carlo Scarpa negli anni Sessanta del secolo scorso, allora ardite e all’avanguardia, sono oggi irrimediabilmente superate.
Gli stessi bellissimi accordi cromatici scelti da Carlo Scarpa per sottolineare ed esaltare l’architettura della Galleria delle Sculture, dal verde pallido dei soffitti in contrasto con il grigio cemento dei pavimenti, al bianco delle pareti, al rosa della pietra di Prun, con gli anni si sono notevolmente affievoliti.
Lo stesso progettista se fosse ancora tra noi sarebbe il primo a suggerire nuove più ardite e soddisfacenti soluzioni.
Il museo fu concepito per essere visitato nelle ore diurne, e quindi l’architetto diede massima importanza all’illuminazione naturale e alla collocazione delle opere in funzione della posizione delle finestre, previste con vetrate non schermate da tendaggi di alcun tipo.
Ma oggi il museo resta aperto al pubblico fino a sera, e a volte anche fino alle ore più tarde.
La qualità del pubblico è mutata e soprattutto la sua consistenza: è quindi opportuno e necessario adeguare molte strutture accessorie alle nuove esigenze.
Tralascio per ora di soffermarmi sull’ingrandimento, o il totale rifacimento, della sala di ingresso, della biglietteria, del book shop, dei servizi, per non parlare dell’inesistente caffetteria.
Ma suppongo che almeno l’illuminazione artificiale delle sale di esposizione potrebbe essere ammodernata con una certa urgenza.
Nella Galleria delle Sculture le piantane in ferro che sostengono le fonti luminose, disegnate da Carlo Scarpa sono un degno corollario alle sculture medioevali, perfettamente in linea con lo stile voluto dal Maestro.
Ma nel trascorrere di mezzo secolo le lampadine a incandescenza in vetro trasparente con filamento di tungsteno, che fornivano una luce calda giallo-rosata, sono state sostituite, credo anche per problemi di risparmio energetico, con sfere LED che emanano una luce freddissima (non meno di 5500 gradi Kelvin), che snaturano completamente il quadro ambientale cromatico, penalizzando il godimento visivo delle suggestive sculture, nate per essere viste al lume di candela dei luoghi sacri.
Un miglioramento dell’illuminazione della Galleria, reso possibile dagli enormi progressi fatti dall’illuminotecnica, che nell’ultimo decennio ha offerto soluzioni nuove ed ottimali a costi sempre più decrescenti, potrebbe rivitalizzare e rendere più attraente la sua visita.
Tralascio la descrizione delle plafoniere con …tubi al neon (poi sostituiti con tubi fluorescenti), che Carlo Scarpa adottò per le sale della pinacoteca al primo piano, essendo allora quanto di più moderno offriva l’industria dell’illuminazione.
Oggi la disponibilità di piccoli spot e di faretti alogeni o led (gli stessi che i bravissimi allestitori di mostre temporanee utilizzano già da tempo e su larga scala), potrebbero rendere più affascinanti e godibili le importanti e suggestive opere pittoriche e murali esposte nella Galleria al primo piano.
Giova ricordare che il Comune di Verona ha in attività operativa un Servizio allestimenti e manutenzione dei musei civici con valentissimi e capaci dirigenti e operatori che sono certamente in grado di progettare e realizzare migliorie di questo tipo.
Sono piccoli, ma fondamentali interventi a costi ragionevoli che il Comune di Verona, gioioso per l’insperato ritrovamento dei suoi diciassette capolavori rubati la sera del 17 novembre 2015, non si negherà certamente, offrendoli alla cittadinanza come riparazione morale alle inquietudini patite negli ultimi sei mesi.
Un gesto meritorio che avrebbe certamente una positiva eco, anche a livello internazionale.
Per richiamare infine più turisti qualificati in Italia, c’è tutto un altro discorso da fare, che coinvolge non tanto le singole città, come Verona, ma soprattutto le grandi Centrali Nazionali preposte a ciò.
Ma questa è un’altra storia.
Mi riprometto di parlarne in una prossima conversazione.

Giuseppe Perotti


CHE FELICITÀ!

Carissimi Amici,

CHE FELICITÀ!

A nome di tutta la Associazione Amici dei Civici Musei di Verona desidero esprimere la gioia, la soddisfazione e il sollievo provati alla splendida notizia del ritrovamento dei dipinti rapinati a Castelvecchio.
Siamo veramente felici per l’esito positivo delle indagini e ci congratuliamo per l’ottimo lavoro svolto dagli investigatori, dalle forze di polizia, dai carabinieri del Comando tutela del patrimonio.
Condividiamo la soddisfazione per il ritrovamento dei nostri amati capolavori con Paola Marini: con lei abbiamo in questi mesi sofferto nella speranza del ritorno e insieme a lei e a tutto il Museo gioiamo per la felice conclusione.
È stato un grande successo per il nostro Museo, per tutta la città e per la cultura italiana.
Dedicheremo l’Assemblea del 10 giugno ai 17 quadri RITROVATI in attesa di festeggiare insieme il ritorno a Castelvecchio.

Con i più cari saluti,

Isa di Canossa


Aspettiamo i ‘nostri’ dipinti

Carissimi Soci,

vorrei condividere con tutti voi la gioia della notizia dell’arresto dei banditi della tremenda rapina a Castelvecchio.

Il sollievo e la felicità sono grandi ma più grande ora è l’attesa del recupero e del ‘ritorno a casa’ dei nostri dipinti. Il lavoro degli inquirenti, delle forze dell’ordine, dei Carabinieri del nucleo Tutela dei Beni Culturali è stato esemplare e questo ci fa guardare con ottimismo e convinzione a una soluzione positiva.

Come Amici dei Musei avevamo pronta un’iniziativa per tenere viva, attraverso l’affissione di manifesti, l’attenzione della città sulle opere rapinate ma abbiamo preferito attenerci alla “consegna” del silenzio suggeritaci dall’Amministrazione per non interferire nelle indagini in momenti così delicati.

Un caro saluto pieno di fiducia
Isa di Canossa


Selfie al museo…manca poco!

Cari Amici, vi ricordiamo che dal 23 al 26 febbraio al Museo di Castelvecchio avrà luogo l’iniziativa “Il Ragazzo del Caroto e il ‘selfie’… al Museo“, dedicata a tutti i piccoli visitatori del museo: non perdetela!


Il Ragazzo del Caroto e il ‘selfie’…al Museo!

Dal 23 al 26 febbraio i giovani veronesi non saranno più solo spettatori, ma diventeranno co-autori del loro Museo!

È questo l’obbiettivo dell’iniziativa, sostenuta dagli Amici dei Civici Musei, che il mese prossimo offrirà a bambini e ragazzi che visiteranno il museo un’occasione unica per giocare sul telefonino in modo creativo, invitandoli a inventare storie attraverso il disegno e la fotografia, sotto la guida e i consigli di insegnanti e professionisti.

Uno dei quadri più rappresentativi del Museo, il Bambino del Caroto, caro anche alla nostra associazione che ne ha fatto il proprio simbolo, e si trasformerà grazie ai selfie e ai disegni dei piccoli visitatori, che guidati da una gallerista potranno scoprire qualcosa in più sull’arte e la pittura nella Verona del Cinquecento.

Tutti i disegni realizzati dai giovani artisti renderanno i partecipanti protagonisti di una mostra da godere insieme con amici, compagni di classe e famiglie, e ogni partecipante avrà almeno un’opera esposta!

I laboratori si svolgeranno gratuitamente nel Museo di Castelvecchio dal 23 al 26 febbraio 2016, e la mostra rimarrà aperta fino al 25 marzo.

Qui è possibile scaricare la locandina e la presentazione completa dell’evento.

Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare i numeri 045 8036353045 597140, o inviare un’email .


L’evento sarà gestito da tre dottorandi in Storia delle Arti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia:

Radu Leon è un pittore e insegna tecniche del disegno. Ha una formazione come regista cinematografico e dagli
anni novanta svolge ricerche approfondite legate alla pittura. È tra gli artisti sostenitori della Marie Curie Cancer
Care Private View alla Royal Academy of Arts di Londra ed espone con la Société des Pastellistes de France.
Carla Garozzo è un architetto progettista specializzato all’Architectural Association di Londra, gallerista e curatrice
di mostre a Berlino, artista astrattista diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente sviluppa
e realizza percorsi museali valorizzati dall’utilizzo delle ICT.
Michele Nastasi ha insegnato Fotografia al Politecnico di Milano e a Forma/Naba, Milano. È un fotografo di
architettura e città, le cui immagini sono pubblicate su riviste e libri internazionali, e esposte in musei e gallerie in
Italia e all’estero. Dal 2007 è redattore della rivista “Lotus”.


Appello del Museo di Castelvecchio

A seguito del furto di giovedì sera, il Museo di Castelvecchio chiede la collaborazione della cittadinanza per ricostruire la dinamica degli eventi: rilanciamo il loro appello sollecitando tutti a farlo circolare il più possibile assieme al video allegato.

Grazie!

Chi fosse stato presente nel cortile di Castelvecchio il 19 novembre 2015
tra le ore 19.30 e le 19.45
e si riconoscesse in queste immagini,
è pregato di contattare le FORZE dell’ORDINE.
Ringraziamo per la collaborazione.


Furto al Museo di Castelvecchio: lettera della Presidente

Carissimi Amici dei Civici Musei d’Arte di Verona,
è con sentimento di incredulità e di dolore che abbiamo accolto la notizia del terribile furto a Castelvecchio. Sono stati trafugati capolavori che fanno parte della storia e della immagine stessa della nostra città: la preziosa tavola ‘Madonna della Quaglia‘ di Pisanello, la ‘Sacra famiglia con una santa‘ di Andrea Mantegna, il ‘Ritratto di giovane con disegno infantile‘, di Giovan Francesco Caroto, emblema del museo e della stessa nostra associazione. Un atto inconcepibile di profonda violenza e di ignobile spregio alla cultura.
Vogliamo esprimere la nostra solidarietà, la nostra amicizia, il nostro sostegno a Paola Marini e a tutto il Museo di Castelvecchio così colpito. Ci auguriamo fortemente che, insieme a tutte le altre opere, il ragazzo del Caroto possa tornare a guardarci con il suo sorriso malandrino e scherzoso dalle sale del nostro amato museo.

La Presidente
Isabella Gaetani di Canossa


Uscite di novembre e dicembre

Cari Amici e gentili Amiche,

vi comunichiamo il calendario delle ultime attività di fine anno che abbiamo organizzato per voi prima della pausa per le festività natalizie. Vi invitiamo a partecipare numerosi perché avremo il piacere di essere accompagnati in tutte le occasioni di visita dai curatori delle mostre stesse.

Sabato 21 novembre, ore 10.30 –  Museo di Castelvecchio

Una mattinata dedicata alle due particolari esposizioni temporanee del nostro museo.

Per prima, visiteremo la mostra “Le meraviglie del 2000. Opere della collezione Stellatelli a Castelvecchio” accompagnati dalla dottoressa Beatrice Benedetti, curatrice della mostra, e durerà circa un’ora.

Al termine, alle ore 11.30 circa, ci trasferiremo nella seconda galleria della Reggia per terminare la mattinata con la visita alla mostra “Aldo Manuzio e l’hypnerotomachia poliphili di Francesco Colonna / 1499”, accompagnati ancora una volta dai curatori, dottor Andrea Polati e dottoressa Maddalena Oldrizzi.

Martedì 1 dicembre, ore 16.30 – Verona, Palazzo della Gran Guardia

Visita alla mostra “Seurat, Van Gogh, Mondrian. Il Post-Impressionismo in Europa”: ancora una volta, avremo il privilegio di essere accompagnati in visita dal curatore della mostra, professor Stefano Zuffi.